Mese: marzo 2019

Rischio cardiovascolare, le statine funzionano anche per gli over 75

Rischio cardiovascolare, le statine funzionano anche per gli over 75

Uno studio australiano afferma che le statine riducono il rischio cardiovascolare anche per le persone di età superiore ai 75 anni

Le statine sono tra i farmaci più efficaci per ridurre la colesterolemia totale e LDL. La presenza di colesterolo nel sangue è pesantemente influenzata dalla sua sintesi endogena (80%).

I comuni integratori che vengono utilizzati per abbassare i livelli plasmatici di colesterolo (steroli vegetali, chitosano, glucomannano, ecc.), si basano sul principio della semplice riduzione del suo assorbimento. Le statine invece, agiscono all’origine del problema, limitando la sintesi del colesterolo endogeno.

Rischio cardiovascolare, le statine funzionano anche per gli over 75
Rischio cardiovascolare, le statine funzionano anche per gli over 75

Lo studio coordinato dall’università di Sidney ed i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Lancet afferma che le statine, farmaci anticolesterolo, riducono il rischio cardiovascolare anche per le persone con età superiore ai 75 anni, che quindi dovrebbero continuare ad assumerle.

Lo studio australiano ha visto l’esame dei risultati ottenuti da 28 test clinici randomizzati, che hanno coinvolto circa 187mila pazienti. Fra questi, 15 mila con più di 75 anni.

Gli autori sostengono che per ogni riduzione di una unità del colesterolo ‘cattivo’ grazie alle statine, il rischio di eventi gravi vascolari diminuisce di circa un quinto per tutte le età. Per quanto riguarda le coronarie, il rischio diminuisce del 25%. Nello specifico, l’effetto ottenuto è ancora più evidente rispetto alla fascia di età dai 75 anni in su, 30% contro il 20%, per i pazienti di età compresa fra i 55 e 75 anni.

La riduzione rimane invece uguale per tutte le età, nel caso di ictus e di interventi di introduzione di stent o di bypass coronarici. “Le statine sono un farmaco utile e acessibile per ridurre i rischi di attacchi cardiaci e ictus nei pazienti più anziani – scrivono gli autori -. Nonostante preoccupazioni precedenti non abbiamo trovato effetti avversi sul rischio di cancro o sulla mortalità generale in nessuna fascia d’età”.

In Italia 35mila cause aperte ogni anno contro i medici

In Italia 35mila cause aperte ogni anno contro i medici

Le cause aperte in Italia contro i medici sono ben 300mila: ogni anno se ne aggiungono 35mila ma nel 95% dei casi si concludono con il proscioglimento

Ogni anno sono 35mila le cause aperte nei confronti di medici e strutture sanitarie private e pubbliche, per un totale di azioni legali aperte pari a 300mila.

Secondo i dati del Tribunale del malato relativi al 2015 e quelli della Commissione Parlamentare d’inchiesta sugli errori sanitari inerenti il 2013, il 95% dei procedimenti per lesioni personali colpose si conclude con un proscioglimento.

In Italia 35mila cause aperte ogni anno contro i medici
In Italia 35mila cause aperte ogni anno contro i medici

I dati sono stati diffusi da Consulcesi, network legale in ambito sanitario, al ministero della Salute. Consulcesi, visto il numero di cause e la percentuale dei proscioglimenti, ha proposto l’istituzione dell’Arbitrato della Salute.

“Il rapporto medico-paziente è in crisi” – ha affermato il Presidente di Consulcesi Massimo Tortorella durante una conferenza stampa tenutasi al ministero della Salute. “Lo dimostra l’escalation di aggressioni e denunce contro i camici bianchi. Nasce per questo la proposta di istituire un luogo di confronto, e non di contrapposizione, per la risoluzione delle controversie” – ha aggiunto Tortorella.

A discutere di Arbitrato della Salute si sono ritrovati i rappresentanti delle istituzioni sanitarie, tra cui il Presidente della Fnomceo Filippo Anelli, quello della Commissione Sanità del Senato Pierpaolo Sileri, il Vicesegretario generale di CittadinanzAttiva Francesca Moccia e la vicepresidente della Fnopi Ausilia Pulimeno.

Obiettivo è la riduzione di tempi e costi delle controversie, cercando di trovare soluzioni condivise e praticabili in condivisione di tutte le parti interessate.

Interessante il dato relativo alla diffusione delle denunce nell’intero Paese. Emerge che al Sud Italia e nelle isole è maggiore rispetto al nord del Paese, 44,5% contro il 32,2% mentre nel centro Italia ci si ferma al 23,2%. Fra le aree più soggette al rischio contenzioso, v’è quella chirurgica con il 45,1% dei casi, materno-infantile (13,8%) e medica (12,1%).

Per quanto riguarda i costi necessari ad intraprendere le azioni legali, partendo da una richiesta risarcitoria media di 100mila euro, per una causa civile servono 50.128 euro, se si tratta di penale, invece, sono necessari 36.901 euro. Sia che si tratti di cause civili, sia di processi penali, le cifre sono da intendersi per ciascuna delle parti coinvolte nel procedimento.

Numeri importanti su cui la Commissione Parlamentare d’inchiesta sugli errori sanitari sostiene che il 78,2% dei medici ritiene di correre un maggiore rischio di procedimenti giudiziari rispetto al passato. Il 68,9% pensa di avere tre probabilità su dieci di subirne; il 65,4% ritiene di subire una pressione indebita nella pratica quotidiana a causa della possibilità di subire un processo.

Mangiare più frutta e verdura fa sentire maggiormente felici

Mangiare più frutta e verdura fa sentire maggiormente felici

Uno studio britannico dimostra che il benessere psico-fisico di un individuo può migliorare consumando più frutta e verdura

Il benessere individuale è l’auspicio di ogni persona, raggiungerlo fa stare bene non solo fisicamente ma anche mentalmente. Uno studio britannico afferma che il consumo di frutta verdura rende più felici ed aggiunge che più se ne mangia e maggiore è il grado di felicità raggiunto. Lo studio, condotto presso le University of Leeds e University of York in Gran Bretagna, è stato pubblicato sulla rivista Social Science and Medicine ed ha visto il coinvolgimento di oltre 45 mila persone.

Mangiare più frutta e verdura ci fa sentire maggiormente felici
Mangiare più frutta e verdura ci fa sentire maggiormente felici

In particolare, gli studiosi hanno analizzato diversi fattori inerenti la vita di un individuo, fra cui dieta, stile di vita, comportamento e stato di salute.

Dallo studio è emerso che il grado di benessere individuale cresce in maniera direttamente proporzionale alla quantità ed alla frequenza del consumo di frutta e verdura.

Si è potuto accertare che la soddisfazione della propria vita vede un enorme miglioramento quando da 5 porzioni consigliate si passa a 10 al giorno, ovvero si raddoppiano.

Per far comprendere il grado di soddisfazione, gli esperti paragonano il miglioramento del benessere individuale ottenuto a quello del passaggio da uno stato di disoccupato a impiegato.

“I nostri risultati forniscono un’ulteriore evidenza che persuadere le persone a consumare più frutta e verdure non solo fa bene alla loro salute fisica nel lungo termine, ma anche al loro benessere mentale nel breve termine”, scrivono gli autori del lavoro.